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sabato, marzo 20, 2010

Marchesi si nasce. Di quando il bello è sempre buono

Ieri sera sono stata chiamata a intervistare tutti i partecipanti all’ottantesimo compleanno del cuoco Gualtiero Marchesi.

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Di solito non amo parlare su Zelda di situazioni troppo circostanziate, specie se non riguardano me… è una specie di rispetto per la privacy che ho sviluppato da quando il social networking è diventato imperioso e insinuante.

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Questa volta però vorrei fare un piccolo strappo alla regola perché ieri sera ho visto Bellezza e mi fa davvero piacere condividerla qui, con Voi!

Inizierò col dire che ero piuttosto malata e quindi, nonostante l'evento e la location illustre, il Teatro alla Scala di Milano, non avevo la solita verve che contraddistingue questi momenti specialissimi, che mi fanno amare il mio lavoro senza soluzione di continuità.

Nel prepararmi alle interviste, mi sono subito resa conto che l’evento sarebbe stato qualcosa di più della semplice occasione istituzionale e dovuta. Senza sapervi spiegare il perché, ho sentito da subito che l’abbraccio della città e degli amici di sempre sarebbe stato vero, caloroso e immenso. E così è stato.

Gualtiero Marchesi va raccontato, come tutte quelle persone che inducono alla pratica, alla progettualità, alla curiosità. Dagli esordi nel suo mitico ristorante in Bonvesin de la Riva ha costruito attorno a sé una serie di rapporti con persone ispirate e dedite all’arte, in tutte le sue accezioni. Ha fomentato carriere e ideato leggendarie imprese, si è fatto ispirare dall’incontro, dallo scontro, dalle idee e dai sogni. Erano anni diversi, di comunione di intenti altissimi, gli stessi che oggi, ahimè, vanno cercati con il lanternino…

Lo guardavo ieri sera, quell’ottantenne giovanissimo e, dopo tutte quelle attestazioni di amicizia e amore vero, forte e vivo, mi dicevo che quello che si investe in bene ritorna sempre e solo in bene. Gualtiero Marchesi si è buttato in mille iniziative romantiche, tangibili, culturali e coraggiose.

Ha tenuti stretti a sé, senza però vincolarli, uomini e donne ispirati e altamente creativi. Creativi come si può essere se veicolati dalle proprie passioni, dallo studio, dall’estro e dallo stupore continuo, instancabile. Artisti, designer, sommelier, musicisti, uomini di teatro, poeti, illustratori, …

Gualtiero Marchesi ha sempre amato la Musica e ha sposato la sua maestra di pianoforte. La sua famiglia conta un numero impressionante di musicisti e uno dei suoi più cari amici è il M. Antonio Ballista, che racconta di essere stato ispirato da molte delle sue intuizioni sulla musica e da quel suo specialissimo modo di gustare il cibo. Se sai ascoltare i piccoli sapori del palato e sei così sensibile alle note, ti verrà facile ascoltare le parole e studiare i cuori.

La vicinanza del suo recente ristorante, Il Marchesino, con il Teatro alla Scala non è solo fisica. Si tratta di amore, induzione, sentimento. I piatti adagiati sulla tavola hanno incise le note di un pentagramma libero, che pare volare, e tra le sue pareti si respira la passione e la cura.

Che strano il tocco. Che strane le sfumature.

Finirò con un piccolo aneddoto: ho intervistato alcuni suoi allievi diventati famosi. Ad un tratto dico che siamo in presenza del futuro della cucina italiana e uno in particolare mi corregge, affermando di essere il presente. Ecco, è questo che definisce il tocco, il modo: non conta essere il presente, ma costellare il proprio adesso di mille sguardi verso l’orizzonte, in attesa di costruzione e sogno. Bisognerebbe ambire ad essere futuro, con la memoria del posto da cui veniamo. Il presente non è altro che la piattaforma per librarsi verso il proprio recondito bisogno di lasciare una traccia negli accadimenti di altri, fossero anche tre persone, fossimo anche e solo noi stessi.

Gli 80 anni di Gualtiero Marchesi ci dicono che è più passato che presente, eppure quel suo essere nell’istante e nella prospettiva mi ha commosso in un modo che non saprei spiegare.

Il bello è sempre buono, non può essere altrimenti; almeno come l’armonia educa l’animo e la curiosità non potrà mai lasciarci soli. Ecco il bagaglio che mi porto sulle spalle dopo questa bellissima esperienza.

Sono proiettata e felice. Tratterò meglio chi amo e lo ascolterò maggiormente. E poi, loro, i miei magnifici sogni, giuro che inizierò a pensare che non sono capricci, inizierò a considerarli investimenti intrisi di umanesimo. E una volta realizzati, saranno miei come di tutti quelli che ci hanno creduto.

Grazie. Non so precisamente a chi. Ma grazie. Sono fortunata.

5 commenti:

dyingmoon ha detto...

:)
Grazie, illumini le giornate!
Forse forse forse prima o poi riesco ad andare a cena qui, da un allievo di GM!
http://www.mangiarebene.com/grandicuochi/lombardia/d%27o---davide-oldani_53.htm

Zelda was a writer ha detto...

my chic, merci!!

Anonimo ha detto...

apperò! Alla faccia della seratina!
:)

Anonimo ha detto...

apperò! Alla faccia della seratina!
:)

Zelda was a writer ha detto...

:DDD