Adorabile

 

Ditelo. Ditelo spesso, non risparmiatevi. Ditelo tanto da spellarvi l’anima. Ditelo in mancanza di formule più verbose e ad effetto. Ditelo anche se siete in ritardo. Se non è cosa buona e giusta. Se vi abita la punta della lingua, ma non il coraggio. Ditelo. E se davvero lo pensate ma non vi riesce di parlare, scrivetelo. Ovunque, anche se sulla carta è decisamente meglio. Annusate le vostre parole appena prima di rinchiuderle in un segreto e fatele volare con una colomba presa in affitto.

Non si tratta d’incensare. Non è un ricciolo da intarsio barocco. Non è un impegno e nemmeno una cambiale. Costa la fatica del farlo per primi, la paura di non venire capiti. Ma regala, espande, evolve, aggiunge, crea, migliora.

Confessare bene induce al bene, spinge all’intreccio degli intenti che restano o di quelle particolari coincidenze che perdi nel viaggio in macchina di un giorno come tanti, nell’ironico buco nero che giace sotto il tuo sedile.

Non vi toglie nulla dire un SEI ADORABILE, non vi rende deboli RINGRAZIARE, un STO BENE QUI non vi impedirà di dirlo ancora millemila volte, di dirlo a più persone. Anche se il qui di allora non è lo stesso qui di adesso, e vi pare davvero impossibile averlo amato con tanta convinzione.

Capita che in certi piccoli scenari cittadini, verso l’imbrunire, si formino auree di una specialissima energia dorata pronte alla detonazione: sono l’amore di un amico, la mano di un amante, la carezza di un padre che perdono proprietà senza sbiadire e in un sincero attimo si fanno concerto notturno di stelle e piedi da scaldare.

Un concerto destinato ai soli cuori coraggiosi, gli stessi che,  a discapito di tutti quegli indizi che dovrebbero indurre a livore e sterilità, continuano a non vergognarsi di amare la vita così ferocemente.

Erano due pensieri prima di una bistecchina al sangue.

Bacibellissimi

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