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sabato, maggio 22, 2010

Said, tu mi confondi (ultima confusione dei 32… ma non è detto che sia l’ultima)

La mia vicina ha ripreso a salutarmi e a colloquiare amabilmente su tempo, spesa e pulizia delle scale condominiali. Questo fatto ha dell’incredibile principalmente perché avviene dopo una decina di anni. Credo abbia archiviato lo sconcerto per il mio passato ribelle, abitato da creste e simpatiche borchiette.  Credo che si sia dimenticata (più o meno forzandosi) di quella volta che incontrò sulle scale un mio amico punk con in mano un vassoio di profiteroles…

Devo ammettere che, nonostante la spocchiosa indifferenza che mi ha sempre contraddistinto, sono molto felice di scambiare con lei convenevoli di chiaro sapore retrò e, guardandola con gli occhi della pacificazione, la riscopro come una donna estremamente charmante, nonostante il peso di un’età anagrafica saggia e assolutamente non dichiarabile.

Oggi non volevo passare da Said (Ali). Oggi ho strenuamente combattuto con la mia parte più superficiale. Ho cercato di non pensare a quel luogo di perdizione: ho contato le pecorelle, i pois della mia camicia da notte, le nuvole nel cielo, le foglie rinsecchite della piantina di timo, i semi del mezzo melone che alberga in frigorifero da troppo tempo. Poi, in un attimo di distrazione mi sono vestita, ho preso la mia shopping-bag blu oltremare (rubata al Salone del Libro) e mi sono ritrovata lì di fronte con Said (Ali) che si sfregava le mani e mi faceva un sorriso da mercante navigato.

Mi dà pure i consigli, Said. E io ci casco con tutta la mollezza del mio stupore. Uno stupore rincretinito, sia chiaro.

Ricapitoliamo. Ho preso:

  • un vestito da cocktail (vi prego, invitatemi ad un cocktail),
  • uno molto anni ‘70, corto da impedire un qualsiasi starnuto o mossa falsa,
  • un  regalo per la mia amica Pulce,
  • uno straccetto bon-ton azzurro cielo, che non mente: è stretto da far svenire, ma deliziosamente mettibile.

Ora è tutto a mollo nell’amuchina.
Addio per sempre acari vintage. Benvenuti acari post-moderni, benvenute polveri sottili…

Said. Said. Said.
Ecco l’ennesimo uomo che mi confonde..

    Sono giorni che guardo questo quadrato di prato con il desiderio, pazzo e sconsiderato – visto che ho appena fatto pace con la vicina – di buttarmici con la sola compagnia di un buon libro. Non credo si possa fare: sarebbe roba da sessione condominiale urgente, ritiro della tregua da buon vicinato, sguardi in cagnesco e affini… 
 
Ed ecco qualche pezzo di Said Haute Couture!
Dunque, con quello che vedete qui sotto dovrò restare tutto il tempo in posa plastica.
No a starnuti. No a saluti con mani, e conseguenti braccia, troppo alzate. No ad accavallamento molesto di gambe, mentre si è seduti su sedie che non prevedano l’intimità di una tavola con tovaglia molto lunga.
Il vestito che ti imbalsama. Un vero casino, dunque.
 
Il prossimo invece rende fluido il movimento.
Sì a stuzzichini, Martini con oliva, lento non preventivato con giovanotto pazzerello. Forse ho sbagliato decennio.

Quello della Pulce e l’altro sui toni dell’azzurro li rimanderei alla prossima volta, giusto per mantenere alta l’indubitabile suspense di questo post utile e decisivo. Augh.

Buon week-end a Tutti!!

2 commenti:

nicoletta ha detto...

Uh, cosa vedono le mie fosche pupille? John Fante? Il mio amato John Fante? Allora sei davvero una brava ragazza...
Buon weekend, l'ultimo ecc. ecc, e mi raccomando: che sia con i fuochi d'artificio...

Zelda was a writer ha detto...

Fante è il mio fluidificante per la scrittura. :DDD
A te, Nico bella, che sia un magnifico week-end di cielo terso :D