Durante la cena di ieri, nella consueta osteria che raccoglie il meglio di me in quest’ultimo periodo, pasticciavo ossessivamente la tovaglietta di carta orfana del piatto. La potete trovare appesa al muro vicino all’entrata, è abbastanza che mi contattiate privatamente e vi dirò dove. Comunque, nei vari deliri grafici, ho scritto questa frase:
CONTA IL SOGNO, NON LA SUA REALIZZAZIONE
Il mio amico Luca ha letto e, con fare distratto, ha aggiunto: - Hai sbagliato a scrivere.
Controllo la tovaglietta martoriata dai lemmi e mi parte la solita ansia da prestazione. Ma no, alla fine è scritto tutto in maniera ineccepibile, ne sono certa: dopo il ventesimo controllo su una trentina di lettere è difficile sbagliarsi…
- Dove, scusa? – chiedo piccola piccola, sicura che l’errore ci sia e mi sfugga biecamente.
- RealizzazZione. Si scrive REALIZZAZZIONE.
Questo di certo non placa il mio senso d’imbarazzo: ora come faccio a dirgli che ha esagerato con le Z? Me lo chiedo un pò interdetta quando lui aggiunge:
- I sogni sono di certo perfetti, ma la loro realizzazione deve per forza contenere un errore. Perché è così da sempre: la Vita è magnificamente imperfetta.
Ridiamo, la cena procede innaffiata da ottimo nettare color rubino e io le sto dietro che paio una banchettante di professione. Ma sono lì, sempre sulla realizzaz(z)ione con la doppia z. Perché la perfezione delle Idee ha un innegabile fascino ma la Vita, Dio mio… la Vita è mancante ed esposta in un modo che continua ad emozionarmi! Mi metto in tasca il mio piccolo attimo di Tutto e procedo con il mio disegno da osteria, in attesa del flan al cioccolato..
Buona domenica a Tutti! Diciamoci solo cose color ciclamino, oggi! Che ne dite?
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