Desidero ardentemente ritrovare quel piccolo tesoro che era per me il Natale, sotterrato da troppo tempo in prossimità di un qualche albero del giardino. Per ora la casa è la prova tangibile di questa intenzione, a breve farò pervenire radiografie del mio cuoricino pieno di buoni propositi.
Allego piccoli ricordi di quando l’albero era sempre troppo alto (senza arti e accessori per via del passare degli anni).
Quello qui sopra, la mia amica Rob lo chiama cazzillo natalino. Terminologia non elegante, ne convengo, ma di ottima resa: è lui, l’albero più basso che si ricordi. Appena l’ho riempito di lucine mi è apparso irrinunciabile e alto, quanto meno nelle ambizioni.
Che sia indispensabile, l’impegno alle cose piene di luce… bonne nuit!
p.s.: a breve le foto della spaghettata di pesce più buona che si ricordi. :)
2 commenti:
Ci sono parole che trovano nell'Attimo l'esatta arrendevolezza del brutto al bello. Cazzillo è come dire piccino, tesoruccio, amorevole minuscolezza. Quando da Noi si stava accamapti nel tugurio (due stanze, miliardi di scatoloni, sei mesi di caos) il Cazzillo Natalino rese la luce un pochino meno polverosa e le nostre attese un pochino meno pressanti. Poi la casa è divenuta Casa, le avventure son mutate in regno, le ore in anni. Ma lui ritorna, ogni Natale, e pare sorridere con Noi, mai di noi.
Zelda was the best friend of my little world.
mi piacerebbe ascoltare tutte le tue storie e scriverle. ma mai penna sarebbe abbastanza abile, né carta abbastanza degna.
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