(ph.: Luca Mariani)
Siamo di dove vogliamo essere, una volta l’ho sospettato e poi la vita è riuscita sempre a confermarlo.
Permettetemi una simpatica digressione a mandorla.
I cinesi della Basilicata sono da conoscere. Gestiscono un ristorante nella mia zona, ristorante di specialità provenienti dalla Basilicata. Loro ovviamente no, non provengono da quei territori… ma si sono talmente impegnati nella gestione di prodotti altrui che alla fine ci hanno creduto, diventando più piccantini del caciocavallo e più attorcigliati dei fusilli con le fave (che non sanno neanche come siano fatte).
Sono specialità che vanno veloci, i cinesi della Basilicata, e guai se indugi, guai se decidi che vuoi la pizza o le scaloppine con un qualche ritardo sulla tabella di marcia! Puliscono di brutto, sono scattanti, pratici e tagliati con l’accetta… che se parlano tra di loro, nel loro idioma mandarino-lucano, e si dicono pure del gran bene, a te comunque viene da chiedere scusa, mentre abbassi gli occhi e farfugli una qualsiasi scusa non richiesta e comunque mai plausibile.
Li ammiro, questi connazionali. Li ammiro quando decidono di essere di un posto e lo sono.
Li ammiro meno quando s’informano su quella che considerano essere una vera tragedia: la mia altezza. Il momento di pagare è la pena che devo sicuramente scontare per una qualche altra vita precedente molto dissipata. Capita sempre la solita cosa: il registratore di cassa allinea prezzi sempre troppo bassi e loro, dall’alto di una perentoria sensibilità orientale, mi chiedono preoccupati come possa fare io con gli uomini, io che misuro un esagerato metro e ottanta di lunghezza. Questo dubbio li fa contorcere non appena m’intravedono e non li libera fino alla fatidica domanda:
- Come fai tu, così alta, con i fidanzati?
Alla fine possiamo decidere di essere di dove vogliamo, ma certi precisi punti di riferimento, certe misure costruite nel luogo che ci ha formato, paiono restare tali e quali: per loro io sono una donna spacciata, perché un’altezza così invalidante non mi regalerà mai un marito. C’è poco da fare in merito.
Ammiro, come dicevo, la loro capacità di essere del posto che eleggono a casa. O quella praticità che te lo fa credere istantaneamente.
Anch’io sono figlia di un posto che non mi ha partorito: la mia Isola. Di notte, le stelle sono così grandi da chiedere due spalle che le trasportino per il firmamento; di giorno, la terra è così arsa da spaccarsi come il migliore dei Burri. Nella mia Isola i verbi non si coniugano perché è urgente il dire, non il dire bene: il dire e basta. AMARE, FARE, MANGIARE, GUARDARE, questa è la vita della mia Isola persa nel mare: in particolarissimi giorni di scirocco gli occhi mi si riempiono di nostalgia e, guardando l’orizzonte, mi sento di capire perfettamente la reticenza di Arturo ad andarsene via.
Per tutta la fiducia che ripongo nella mia libertà, voglio sperare che nei prossimi anni deciderò di essere nata in moltissimi altri luoghi, imbastendo storie improbabili su un passato mai vissuto veramente, ma evocato da un presente che mi vede lì, fiduciosa e naturalizzata. Non credo che uno rinneghi se stesso se decide di essere di un dove che non gli appartiene, credo al contrario che per simili decisioni ci vogliano impegno e coraggio.
Come accade ai miei amici della Basilicata, non si perde ciò che veramente ci ha partorito, se si sceglie di farsi adottare da altri lidi, volti e storie: i più grandi amori che ho conosciuto albergano nell’impegno di chi aggiunge amore all’amore, senza paura delle graduatorie.
Bene, non so cosa io abbia scritto. Perdonate questo sragionamento notturno, ho iniziato a scriverlo nella piena convinzione che vi fosse un senso.
Bacibellissimi!!
Peso dello zenzero candito ingurgitato ieri: troppo.
Peso dello zenzero candito rimasto oggi: troppo poco.
Ma mica pure lui, lo zenzero, è cinese della Basilicata?
2 commenti:
i più grandi amori che ho conosciuto albergano nell’impegno di chi aggiunge amore all’amore, senza paura delle graduatorie.
grazie per aver sentito, pensato e scritto questa frase.
biz
C.
C. from Paris?
un p'tit bisou à toi, ma chère amie.
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