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lunedì, maggio 24, 2010

E 33 sono. Oggi.

Tutto sommato, la questione del passaggio alla tanto citata età cristologica si è dipanata senza troppi intoppi. Appena dopo la mezzanotte ho ucciso un riccio. O meglio, sono stata connivente, visto che non guidavo io. Ma magari era una pantegana. O un semplice brutto pensiero a forma di riccio, di quelli che se li uccidi non fai del male a nessuno.
Ripensandoci, era veramente un riccio.

Ho visto passare i miei 32 alla tavola di un bellissimo ristorante sul lago. Di fianco a me il mio prezioso GM che controllava l’orologio, perché ‘sta ansia da passaggio anagrafico e palindromo è stata altamente contaminante e a tratti indigesta. Mi scuso, è un mio difetto di sempre: creo dei tormentoni per rendere le cose molto più ridicole, labirintiche e, in definitiva, più affrontabili.

Di fianco a me un jazzista simpatico e capitolino, di fronte un batterista con cognome felino e sulla destra un contrabbassista e un pianista. Ci sarebbero stati tutti gli elementi per una di quelle barzellette sui musicisti che la mia socia (musicista pure lei) ama collezionare. Ma non solo non le so raccontare, ho una memoria lillipuziana e dei tempi comici in perenne ritardo…
Comunque… Ad un certo punto è arrivato un ex sindaco con la passione per il cinema, mi ha pure stretto la mano e mi ha ringraziata (credo l’abbia fatto di default, poiché davvero non ce n’era motivo). Gliel’avrei voluto dire che il suo libro su Luca Flores mi era piaciuto davvero tanto, ma ero rimbambita dal suo grazie e dall’overdose di formaggi locali.

Al ritorno, e dopo l’omicidio del riccio, Paolo Conte ci ha tenuto compagnia in una girandola di risate, lucine del lungolago e sentimento rasserenato di bene.

Sono felice. Non c’è altro modo per riassumere queste ore. 
Grazie a tutti voi che rendete la mia esistenza così memorabile. Il tocco di una carezza che rincuora e il sentimento di presenza e gruppo sono i regali più belli di questo nuovo appuntamento con la vita.


E ora un breve riassunto di queste ore, tra l’ultima domenica dei 32 e il primo lunedì 33. Prima e dopo la morte del riccio. Dagli asparagi con le uova alle fragole di buon compleanno.
Iniziamo con gli asparagi e le orrende e amorevoli ciabatte regalatemi da Essa, in uno dei soliti deliri da trasferta.

Rasserenamento lacustre di ieri sera: profumo di legna, rondini e attesa di qualcosa di bello…

 

Uno spicchio di cielo nel mio bicchiere…

   

Di quando giri l’angolo e senti che i 33 sono lì, con la loro rughetta di vita che solca un po’ di più…

Di quando controlli che la freccia sia ben direzionata.

Di quando il vestito del tuo compleanno dev’essere quello che ti ricorda la maggiore felicità possibile.
    Di quando ti controlli allo specchio e sei sempre tu.

Auguri a tutti i compleanni che ci vengono inferti e che decidiamo. Festeggiare è il modo migliore per convincere gli eventi del Destino a seguire le nostre intenzioni.

Bacibellissimi!

 

3 commenti:

giardigno65 ha detto...

auguri !

c'è una bellissima poesia (ma era per l'anno scorso)

di Gonzalo Rojas


Ragazza imperfetta cerca uomo imperfetto
32 anni, esige conoscenza
di Ovidio, offre: a) due seni di colomba,
b) tutta la pelle leggera
per baci, c) occhi
verdi per sfidare la sfortuna
delle tempeste;
non va a domicilio
non ha telefono, accetta
di magnetizzarsi tramite pensiero. Non è Venere;
ha la voracità di Venere.

d. ha detto...

bella lì millini, tanti auguri e un sacco di pipì profumata di asparagi :))

d. ha detto...

ancora auguri millini, e tanta pipì promufata d'asparagi :)