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lunedì, luglio 05, 2010

Due felicità è come non esistessero (cit.)

Ieri sera sono stata al Conservatorio di Milano. L’occasione era ghiotta: si trattava di una serata di cinema all’aperto anticipata da un concerto di allievi e docenti.
L’esperienza del cinema all’aperto è vivamente consigliata: fino al 12 settembre, ogni milanese potrà vivere notti che prevedono soffitti stellati e piccoli impercettibili movimenti dell’aria, tra chi più si ama e nel pieno di tripudi d’arti varie (utili per cuore, muscoli facciali e cervello).
Ieri sera mi pareva di essere io stessa in un film, tra ghiaccioli alla menta, zanzare ingentilite da un violino-anima e rondini che salutavano la giornata con suoni inconfondibili (che si fossero messe d’accordo con i musicisti?)

Nello specifico, abbiamo atteso il film (o è il film che ci ha fatto sentire meno la mancanza del concerto?) con Igor Stravinsky e la sua Histoire du Soldat.

C’è una parte del recitato che dice le testuali parole:
«Non si può essere ciò che si era e ciò che si è.
Una felicità è tutta la felicità:
due felicità è come se non esistessero».


Confesso che mi ha fatto molto effetto sentirmela recitare in piena faccia.
Mi sembra sempre molto strano quando qualcosa di assolutamente fortuito arriva puntuale a ribadire una convinzione del periodo, a darmi una spinta, a offrirmi uno spunto di riflessione… Ieri sera quella cosa della felicità che è tale solo se scelta mi è parsa un monito interessante a questa nostra urgenza di vita che vorrebbe tutto e che spesso si risolve in un niente fatto intriso di dubbi e di attese.
Nonostante crei strappi, confonda e ci esponga al rischio, scegliere continua ad essere quanto di più rispettoso si debba a se stessi e agli altri. E chi tenta di esimersi da questo atto di coraggio, sceglierà sempre e comunque… togliendosi però l’eccitante soddisfazione di farsi direttore d’orchestra dei propri passi.

Il film della serata era Il concerto di Radu Mihaileanu.
Vi dico solo che quando le luci si sono accese mi sono vergognata delle mie lacrime copiose.
Bello. Forte. Intimo. Delicato e coloratissimo.

Avete presente quando troppe emozioni inibiscono descrizioni e parole? Ecco, è esattamente quello che mi capita in questo momento: vorrei dirvi tanto, ma non saprei da dove partire. Questo film mi ha squarciato il cuore e mi ha fatto pensare che tutto abbia un senso se gli si regala intento, passione, forma.
Ci angustiamo per mille significati di felicità e spesso ci troviamo invischiati in questioni senza senso, che affossano il nostro bisogno di luce ed evoluzione.
Sono giorni di tanto, questi; un tanto fatto di pensieri ed emozioni che mi tamburellano il petto. Non tutto va spiegato e molto spesso la consolazione del bello riesce a dare un posto puntuale ad ogni cosa. Perché un sogno che si avvicina non è mai questione di proclami: arriva e basta.

Bacibellissimi a Tutti e buona settimana! xoxo

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