Qualcuno di molto fantasioso un giorno ha detto che la memoria è un regalo di Dio perché si possano avere le rose anche a dicembre. In tempo di ogm e strane diavolerie della botanica, le rose uno può averle sempre, così come i mandarini o l’uva senza semi. Quindi, seguendo il ragionamento, il ricordo non dovrebbe avere più avere quell’urgente necessità di fiori fuori stagione.
Eppure ricordiamo. E spesso soffriamo.
Spesso guardiamo in alto spendendo tutte le preghiere laiche rimaste per un posto in un paradiso di cose semplici, solo nostre…
(questa bellissima foto è della mia amica Stefania Rosini, artista della luce, toscana trapiantata a Los Angeles; non appena l’ho vista ho pensato che fosse poesia pura)
La Memoria è impegno e dovere. Si tratta di un bellissimo modo di farsi registi del cammino intrapreso, con la selezione della musica che meglio ci racconta, con i profumi più delicati e gli abbracci che uno si tatuerebbe da tanto scaldavano quando erano tangibili. Costa una fatica indicibile, la Memoria, e ci rende impotenti perché sul già fatto (o sul non fatto) è molto difficile agire, migliorare o tentare. Però, se mi c’impegno, non riesco a pensare ad una sola cosa bella che non implichi sudore e messa in gioco di sé.
Si sente spesso dire che sia fortunato chi dimentica, almeno come si ammira chi non si lascia andare mai totalmente all’amore. Pare che non investire, conservarsi o tenersi sul limite dell’impegno sia un atteggiamento vincente. Pare che a non scoperchiare il vaso di Pandora uno ci guadagni sempre.
Poi però si ama e si soffre. Ci si prova e ci si priva. E ci si rende conto che, anche nell’ipotesi di una sofferenza indicibile, è meglio sporcarsi di Vita proprio come capita ai bambini quando giocano: senza riserve e nella piena convinzione che il meccanismo del “facciamo che ero…” sia piena verità.
Io se amo qualcosa o qualcuno mi sento libera e viva. Io se amo inizio ad avere una serie di ricordi futuri stupendi e sento che non perdo altre eventualità, sento che sono nelle cose, sento che partecipo al gioco.
L’urgenza di amare l’infinitesimale è quel tipo d’impegno che scioglie i lacci e io mi sento di augurarla a chiunque.
Oggi, il video postato da una mia amica di fb mi ha ricordato questo film del 2004… e forse è lui la vera madeleine dell’intero post… forse è proprio colpa di Eternal Sunshine of the Spotless Mind (il titolo in italiano mi rifiuto di citarlo da tanto è brutto)… NEL CASO, PRENDETEVELA CON LUI!
Finisco qui, ma prima ricordo qualcosa di mio.
Festeggio l’amore che non c’è più e quello che continua a stupirmi, ad arrivare in ritardo, a farmi sperare che domani ce ne sarà di nuovo, di bello, di rincuorante.
Io la vedo così: se perdi un passato bello sarai educata alla speranza di cose future, altrettanto speciali.
Se perdi un passato bello vuol dire che prima di tutto l’hai vissuto.
NOTTE di FATE a TUTTI!
xxx
2 commenti:
E' proprio come dici. Qualcuno era al nostro fianco e un istante dopo è rimasto indietro; si avanza velocemente ma è come essere in piedi su un treno, le cose ci lasciano e cadono intorno ma il vento fresco che ti fa stringere gli occhi arriva dal davanti.
E' come dici tu, solo che tu lo dici molto meglio di me. Un bacio
è il primo commento della storia di Zelda! :D
ed è bellissimo.
sono fortunata e indecisa su chi, tra noi due, le cose le abbia dette meglio... ma non sto a precisare troppo, mi concetro sul veloce passaggio di vita che si anima dal mio finestrino e ti sorrido di sole!
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