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venerdì, ottobre 29, 2010

È molto più facile disegnare il sole e la luna

Amici, vi ricordate il post sull’illustratrice slovena Marlenka Stupica (lo trovate qui)? In quell’occasione avevo allegato un articolo scritto in sloveno… che per molti di noi, me compresa, oltre alla contemplazione delle figure, non credo abbia regalato molto…
Bene! Pare che ogni desiderio si esaudibile da queste parti: le mie preziose Dailan e Kifki (mai più senza di voi) me/ce l’hanno tradotto!!
Si tratta di materiale altamente ispirante, non fatevi scoraggiare dalla lunghezza: ne uscirete migliori! Le sottolineature e i link che trovate sono miei ;)

Marlenka Stupica, pittrice
Non cerco l’ispirazione nei bambini,
cerco il bambino che è in me

La strada per arrivare alla casa di Marlenka è magica, sommersa nel verde, circondata da alberi pieni di mele cotogne e anemoni in fiore. Proprio in fondo a questa strada di Trnovo (Ljubljana) c’è la sua casa. Sul cortile ci sono dei meli che fino a non molto tempo fa godevano della compagnia di due enormi abeti. Prima di scorgere lo sguardo brillante della minuta signora che negli ultimi cinquant’anni ha creato l’immaginario dell’infanzia di varie generazioni, abbiamo sentito un lungo sferragliare di chiavi.
Venite, venite avanti - ci ha fatto cenno con la mano, proprio come fanno le fate nei racconti che alleviano i dolori dei bambini con delle erbe medicinali oppure a volte anche con uno sguardo amorevole o una tenera carezza.
All’interno della casa, sul corridoio spazioso, il sogno di ogni bambino – una grande, vecchia bici marca NSU, ovviamente. “Mi appoggio su di lei quando vado a fare la spesa, sulla via del ritorno è utile per portare le borse.” Sono i primi giorni d’autunno, ma la casa è calda. Nel soggiorno una parete piena di foto e libri. Ci sediamo al tavolo pieno di giornali e libri, sotto una lampada enorme.  È questa quindi la casa dove venivano mescolati i colori che poi prendevano forma nelle illustrazioni di Pippi Calzelunghe, del Pinocchio di Collodi, della Biancaneve dei fratelli Grimm, della Bella Addormentata e tanti altri personaggi ...

La casa editrice Mladinska knjiga ha da poco pubblicato L’albero delle fiabe, illustrato da Marlenka Stupica (lo trovate qui, note di Zelda), signora ottantatreenne. La nostra conversazione continua a lungo, fino all’imbrunire. Lei tiene la mia matita tra le mani. Mi racconta che ultimamente è molto importante che siano verdi. E che molto tempo fa voleva diventare dottoressa ...
Se si pensa all’eccezionale mondo fantastico che lei ci ha proposto negli ultimi cinquant’anni attraverso le migliaia e migliaia di illustrazioni, si potrebbe dire che probabilmente lei era speciale già da bambina. Mi immagino una bambina silenziosa, che fantastica, sogna sorreggendosi la testa con la mano ...

Ho vissuto l’infanzia nella seconda metà degli anni venti e negli anni trenta a Ljubljana, con i genitori e tre fratelli minori. Sono nata a Maribor, dove mio padre lavorava temporaneamente. Discendo da due famiglie lubianesi, ma c’è anche un po’ di carsolino in me. Quando mi chiedono della mia infanzia potrei raccontare tante cose ... Ho avuto due grandi desideri, così grandi da far male all’anima, come si dice da noi.

Quali?
Desideravo poter sfogliare i libri illustrati all’infinito, il che a quei tempi non era fattibile come lo è oggi ed è proprio per questo motivo che il desiderio era talmente grande. L’altro desiderio era quello di poter disegnare, dipingere. Il disegno per me era un modo di vivere, un gioco e uno stimolo spirituale.


E i giocattoli?
Da quando ricordo non sono mai stata tanto interessata ai giocattoli. Il mio gioco consisteva nell’inventare fiabe e storie che dopo disegnavo, dal secondo anno in poi. Mi bastava della carta e una matita. Mi sembrava di non poter vivere senza queste due cose. Iniziavo a disegnare di mattina e non smettevo fino a sera. Persino prima di addormentarmi inventavo storie e le disegnavo nell’aria con il dito.


La pioggia era vostra alleata?
Mi aiutava a concentrarmi e a fantasticare meglio. Quando entravo in possesso di qualche libro ero felicissima.

Qual è il ruolo delle illustrazioni nelle fantasticherie di un bambino?
E’ difficile dirlo, poiché mi trovo proprio in questa situazione del fantasticare. Qual è il significato di questo stato bisognerebbe chiederlo agli psicologi e ai pedagogisti. Sono sicura del fatto che i sogni sono una necessità e anche una specie di compensazione. I sogni sono indispensabili per il chiarimento nelle situazioni di pressione psichica nelle quali ci troviamo nella vita quotidiana. Certi, soprattutto i bambini, hanno bisogno di fantasticare, sognare anche da svegli.

In ogni generazione della sua famiglia ci sono stati vari artisti, per esempio Max Fabiani era suo prozio. Anche lei ha seguito la tradizione della famiglia ed è diventata artista, pittrice. L’affinità per ciò che più tardi è diventato il mio mestiere mi è stata trasmessa già nella culla. Ho sempre avuto l’appoggio dei genitori e dei parenti, il che è una gran fortuna. Con il passaggio all’adolescenza e il conseguente arrivo di maggiori doveri e responsabilità è cambiato anche il mio rapporto verso la figuratività. In un primo tempo ho continuato a disegnare figure immaginarie e protagonisti di varie fiabe, ma poi ho capito che per un buon disegno c’è bisogno di sapere qualcosa in più. Perciò ho iniziato a disegnare e dipingere nella natura, studiavo i paesaggi, gli oggetti e soprattutto i ritratti.

Può immaginare un libro per bambini senza illustrazioni? Come sarebbe un libro del genere?

Come sono i libri per bambini senza illustrazioni? Da bambina ero ossessionata con i libri e le illustrazioni erano importantissime. Ricordo solo un libro senza illustrazioni, che gran delusione. Il libro in questione è un lavoro splendido, ma l’ho potuto apprezzare solo da adulta. I bambini hanno fame di parole e di immagini.


Le illustrazioni delle fiabe danno all’immaginazione del bambino nuove dimensioni che non potrebbe scoprire altrimenti?
Già il fatto di entrare in contatto con un’illustrazione che traspare fantasiosità probabilmente fa sentire al lettore il desiderio di creare qualcosa e di cercare nuove dimensioni nella propria immaginazione.

Prima di disegnare qualcosa deve vederla con gli occhi di un bambino?
Non penso a queste cose. L’unica cosa alla quale tengo è trasmettere il modo di vedere le cose che mi porto dietro già dall’infanzia.

Come guardano alle immagini i bambini?
Non lo so, probabilmente ognuno a modo suo.
 

Com’è stato lo sviluppo delle illustrazioni per bambini da quando ha iniziato a lavorare in questo ambiente fino ai giorni d’oggi?
Esattamente nello stesso modo come tutto il resto dell’arte, l’unica cosa che cambia è lo stile. Se parlassimo di cambiamenti in fatto di qualità sarebbe un discorso inutile. Un pittore del Medioevo ha vissuto in altre condizioni di vita, ma come essere umano e in quanto a creatività o emotività era uguale a un pittore contemporaneo. Nessuno può dire che i quadri di allora sono meno espressivi o di scarsa qualità rispetto a quelli d’oggi. Nella storia dell’arte non vedo sviluppo, vedo alti e bassi e tutto quello che c’è in mezzo. Da quando l’essere umano si esprime artisticamente le cose non sono poi così cambiate. Ciò che cambia è l’approccio dell’artista, ognuno ha il suo. Ed è per questo che non c’è sviluppo nell’arte e questo vale anche per l’illustrazione.
Quanto sono cambiate le sue illustrazioni in tutti questi anni?
Direi che ho avuto un lungo periodo di apprendimento. Durante lo studio e anche dopo di esso non ho avuto artisti di riferimento, prendevo spunto piuttosto da diversi stili. Questo si può notare per esempio nelle fiabe di Grimm: Cappuccetto Rosso, Biancaneve e La Bella Addormentata nel bosco. Con il tempo ho iniziato a scoprire l’affinità con la poeticità e il surreale. Queste inclinazioni si facevano sentire sempre di più, come una specie di ritmo. Non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di disegni che hanno delle regole, la loro composizione è stata studiata a lungo. Un lavoro del genere è impegnativo e richiede tante prove prima di arrivare al risultato finale.

Come riesce a fare in modo che la illustrazione rappresenti in modo chiaro e semplice la situazione della fiaba?
E’ una questione di concetto. La composizione dell’illustrazione subisce per prima cosa una selezione – si eliminano tutti gli elementi che rendono più difficile la comprensione della situazione. Ma anche qua ci sono delle regole che mi limitano.

Qual è la funzione delle illustrazioni dei libri nella comprensione del mondo dalla parte dei bambini?
L’effetto pedagogico è indubbiamente molto importante, ma di solito non ci penso mentre disegno.

Sono i personaggi dei libri che attivano la vostra immaginazione e vi danno spunto per disegnare?
Scelgo sempre testi che sono vicini al mio mondo artistico e alla mia fantasia. I testi devono essere pieni di natura, esseri soprannaturali, animali e di tutto ciò che di magico ci circonda. Un testo può anche essere al top, ma se non ci trovo abbastanza sfide per la mia produzione artistica opterò per qualcos’altro.
Il suo mondo artistico è magico, soprannaturale, misterioso… Come mai?
Penso di essere una cercatrice. Seguo gli istinti. Senza meraviglia non c’è infanzia. Perciò credo che ci siano, non solo nella vita, ma anche nelle illustrazioni dei confini invisibili che ci fanno sentire e immaginare cosa c’è oltre.

Qual è la differenza tra un buon dipinto ed una buona illustrazione?
Una buona illustrazione può essere migliore di un dipinto, se risolve un problema artistico. Non ha importanza da dove viene il motivo o la sfida artistica, né il formato o la tecnica. Quello che conta è ciò che uno sente, come lo vive, come lo processa artisticamente e la forza espressiva che ne deriva.
Le illustrazioni non sopportano la luce, perciò devono essere nascoste nei cassetti…
Questo è vero, per motivi banalmente tecnologici. Le illustrazioni sono fatte su carta, perciò la luce le fa ingiallire. Alcune tecniche, come la tempera, temono persino le gocce invisibili nell’aria. Le illustrazioni sono fatte apposta per la riproduzione ed è per questo che alcuni pittori tremiamo all’idea che il risultato finale non sia all’altezza dell’originale.

Tra i suoi lavori preferisce quelli più nuovi, Il brutto anatroccolo e Talleri stellari. Perché?
Forse perché hanno dei motivi che mi sono molto vicini e mi hanno dato la possibilità di esprimere al meglio i miei sentimenti sulla natura. Questo è frutto della maturità.
(source)
Qual è il soggetto più difficile da disegnare?
I bambini.

Perché?
È molto più facile disegnare il sole e la luna rispetto a delle personcine. Ad alcuni viene facile, a me no. Adoro i paesaggi, soprattutto gli alberi.

Ritorneremo a loro…
(ride)

Come riempie il suo presente?
Con problemi senili e pensieri sul futuro. Sto vagliando alcune idee, ma le possibilità di realizzazione sono sempre minori, è diventato troppo faticoso.

Però è appena uscito un libro spesso intitolato L’albero delle fiabe.
Si, il “lavoro passato”. Il filo rosso del libro sono gli alberi. Guardi questi alberi, i meli… Li adoro.

(source)
Perché e da quando?
Non lo so. Sono tre meli molto vecchi. Volevo dire che mi piace il motivo degli alberi.

Ha scritto e illustrato L’albero magico. Com’è illustrare un proprio testo?
Il testo e le illustrazioni sono nate contemporaneamente e spontaneamente, uno con l’altro.

(source)

Quale tra le figure magiche della sua infanzia è ancora la più importante?
Devo pensarci. È strano, ma non saprei. Mi ricordo dei libri con le favole dei fratelli Grimm e di Andersen illustrate da Richter. Le adoravo perché mi sembravano misteriose. E poi i disegni di France Podrekar. Alcune immagini ti colpiscono da bambino e poi ti accompagnano nell’età adulta. Se le rivedi da adulto, le vedi ancora con gli occhi da bambino. È bello scoprire che l’impressione dell’infanzia coincide con la qualità del disegno.

 

4 commenti:

chiara ha detto...

Che meraviglia. Che eleganza.
Vedi, la bellezza sta nella passione.

Zelda was a writer ha detto...

è proprio così, chiara!!
la bellezza della passione non sfiorisce mai, è aumenta con il passare degli anni e della curiosità.
<3
passa una bellissima giornata, ti sorrido :)

matilda ha detto...

Ohhh, che brave tradutrici! Grazie Zelda.

Zelda was a writer ha detto...

<3 buon week-end, bella Matilda!