lunedì, maggio 31, 2010
Della campagna mi resta dentro il colore…
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Non voglio vivere in campagna, ma comunque la stimo
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Presenze retroattive
chi ti ama
c’è sempre,
c'è prima di te,
c'è prima di conoscerti
-cit.-
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domenica, maggio 30, 2010
Gli ombrelli ci proteggeranno
Scrivo per fissare, ricordare e rendere perfettibile
tutto quello che mi ha attraversato,
quello che incontrerò
e quello che mi è stato tolto.
La mia anima è Memoria.
La mia anima è Parola.
Questo è il ritratto di Horst Hugendubel. Me l’ha mandato sua figlia Regine, proprio così.
Lo vedete in posa nel giorno del suo 60° compleanno, in compagnia della scimmietta Vips, del bulldog inglese Bubu e del pappagallo Lora.
Dice Regine che Horst era un grande amante degli animali, un entusiasta cronico e un uomo dotato di una carica vitale non comune.
Le puntate precedenti di questa storia che ha dell’incredibile le trovate qui:
La dedica (l’inizio di tutto)
Regine (storia di una figlia che scrive ad una figlia)
Eccomi qui: finalmente ho scoperto la storia della dedica che albergava in uno dei miei libri di favole tedesco. Sono in lacrime (lacrime belle) e penso di essere immensamente fortunata: di sorprendermi con l’infinitesimale e di essere cercata dall’immenso, dalla coincidenza, dal segno di un’energia che mi sovrasta, mi confonde, mi eleva.
Il mio cestino delle delizie custodisce piccoli morsi di vite che attraversano contingenze e dimensioni. Il mio cestino delle delizie accumula sapori che si mischiano per crearne di nuovi, per mantecare i feroci danni del quotidiano, per deliziare il disperato tentativo di conoscere vita, di fissarla.
Andiamo con ordine.
La famiglia Hugendubel aveva una fabbrica di ombrelli a Stoccarda, il padre di Horst la creò nel 1833 e successivamente venne gestita dal figlio. Horst aveva una grande passione per “i suoi ombrelli” e per questo si divertiva a collezionare libri che ne parlassero, tra questi Mein Schirm kann fliegen. La sua attività lo portava a collaborare anche con l’industria italiana di ombrelli e Regine pensa che il libro fosse dedicato ad un collezionista del nostro Paese, di cui però non ricorda il nome, con cui il padre aveva avuto contatti presso il Museo dell'ombrello a Gignese, in quel del Lago Maggiore.
Nella dedica si riconosce l’ottimismo che l’ha sempre contraddistinto, nonostante i problemi che la vita regala ad ognuno di noi, le traumatiche esperienze vissute durante la Seconda Guerra Mondiale e, non da ultimo, il veloce sviluppo dell’industria cinese che creò un decremento sempre più preoccupante delle sue attività. Nonostante tutto Horst ha tentato di essere ottimista. Poi il Destino ci ha messo del suo e quattro anni dopo quella dedica, la sua permanenza nelle cose di qui è stata interrotta da un infarto (il terzo).
Era il luglio del 1969 e Horst aveva 60 anni. Chissà se l’estate regalava le stesse prospettive di ogni cambio stagione, quel bisogno di pelle e vacanza, di colore e solleone. Chissà se qualcuno partì per la montagna, s’innamorò, diede alla luce un figlio. Chissà quante lacrime s’aggrapparono ai silenzi e quanta tristezza avviluppò i lampioni che si accendevano sull’imbrunire, in quel luglio del 1969.
Regine aveva solo 15 anni. E per ragioni che non vado neanche ad accennare, non ha potuto vedere suo padre in ospedale. Lei crede che questo sia un piccolo segno che i nostri padri ci stanno regalando da una nuvola non ben identificata del cielo (che se poi dovesse piovere, non ci sarebbero grandi problemi: ci penserebbe Horst). E io, scorrendo la sua mail in questa serata di bene, non posso che sentirmi sospesa in una bellissima sensazione d’impalpabile.
Regine non ha nulla di suo padre. Cerca su internet una qualsiasi cosa che riporti a lui. Mi chiede di custodire questo libro con cura perché è un gioiello di speranza ed entusiasmo. Mi dice anche che se mai decidessi di venderlo, beh, lei lo comprerebbe all’istante.
Regine non sa ancora che questo libro glielo regalerò. Glielo mando la prossima settimana: in definitiva è molto più suo che mio.
Sono otto lunghissimi anni che cerco un insignificante nuovo tassello che mi riporti a mio padre. Alla sua vita, ai casini mirabili che riusciva a combinare, a quel senso specialissimo di caldo e bene che le sue mani sulle spalle riuscivano a tatuare nella mia anima.
Questo incontro è un segno.
Non mi privo di un libro: mi arricchisco di una speranza che è tatto, presenza, poesia.
Bacibellissimi a Tutti!
Pubblicato da Zelda was a writer alle 9:56 PM 8 commenti
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sabato, maggio 29, 2010
Parlando di divani…
Lezione della giornata: se lasci il divano in strada per troppe ore… può essere che:
1. venga a piovere,
2. qualcuno di molto pesante ci si sieda e lo ritenga suo,
3. il divano scappi con una poltrona.
A giudicare dalla foto, credo che sia capitata una qualche forma di accidente in bilico tra la prima e la seconda ipotesi.
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Nella piega più materna del divano
Si prova un discreto bene a stare qui, nascosti nella piega più materna del divano. Mi cullo nelle mie piccole certezze casalinghe e mi pare che non esista posto migliore al mondo.
La notizia cattiva è che lo stress mi ha regalato una fantastica febbre sul labbro.
Quella ottttttima è che domani vado in gita :D
Un breve riassunto fotografico della mia giornata e tanti baci a Tutti!
Pubblicato da Zelda was a writer alle 10:26 PM 0 commenti
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Che cavolo stai dicendo, Willis?
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Non solo in Danimarca…
… ma anche nella mia ananas-collana in pvc c’è del marcio: da qualche ora mi sono accorta che tra le foglie in ottone svetta un grassissimo vermicello.
Pare pure sorrida. Un sorriso in ottone, eh!
Pertanto, la lezione di oggi è la seguente: neanche la tanto bistratta plastica è immune al rischio. Se pure nella plastica regna il caos… figurarsi nelle questioni che implichino cuore, carne e cervello (trad.: Figurarsi nella Vita)!!
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venerdì, maggio 28, 2010
Ti dirò che non parlo
Premessa: Vi è mai capitato di aver tanta voglia di una voce amica con cui parlare e nessunissimo desiderio di aprire bocca?
Stato attuale: Sono qui, muta come un pesce. Stanca che non pare vero. In penombra. Senza nessuna intenzione di fare o dire. Giusto un libro con me. E la cena sul fuoco.
Giornata strana, oggi. Faccio il punto della situazione, tanto con la scrittura si dice senza parlare e al momento mi pare un buon compromesso.
Peso della vita: sul quintale.
Grissini ingurgitati: troppi.
Antidepressivi naturali 1: completino gonna blu scuro e corpetto incrociato. Pizzo che orla tutto.
Riuscita del rimedio 1: non pervenuto.
Volte in cui mi sono detta naaaaaaaaaaaaa, me ne vado: 25 e 1/2.
Strano malessere odierno: tachicardia.
Caffè bevuti: 2, quindi per una volta non è colpa loro.
Parole sottovoce: almeno tre.
Era necessario sussurrarle? Assolutamente sì.
Senso di solitudine e di sospensione: maledettamente presente. E non è che ci si veda spesso, noi due.
Antidepressivi naturali 2: biscotti intagliati nel burro e intinti nel cioccolato.
Riuscita del rimedio: ve lo faccio sapere dopo cena.
Patate pelate: 5, di cui due molto grosse.
Volte in cui si è spento il cellulare: in realtà sarebbe meglio dire che non si spegne, ma che ogni tanto si accende.
Rimorso della settimana: ho lasciato marcire le ciliegie in frigorifero.
Gestione del rimorso della settimana: se la vedrà la pattumiera.
Orgoglio della settimana: ho una camicia da notte molto elegante e uso bene i congiuntivi.
Gestione dell’orgoglio della settimana: faccio sogni con consecutio molto elaborate.
Numero degli abbracci che vanno ricordati: due, sempre alla stessa persona. Ma domenica conto di abbracciare senza ritegno.
Frase della settimana: niente è come sembra. Porca miseria.
Piccolo desiderio del periodo: la centosettantesima stella a destra (tenuta d’occhio l’altra sera dalla mia finestra) ha ben chiaro cosa vorrei. Lei saprà custodire il desiderio e illuminarne la tenacia.
Cose strane capitate: meglio dire cos’è capitato di normale.
Cose nella norma capitate: ho visto un divano celeste per strada.
Buona serata, la cena mi chiama.
Ma non parlerò nemmeno con lei. ;)
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Mein Schirm kann fliegen
Pazzesco! Pazzesco!
Ve lo ricordate il post di Zelda dedicato alla misteriosa dedica che avevo trovato nel mio libro super-vintage di Ela Peroci??
Lo ritrovate qui, il post è devastato dalla recente risistemazione del blog (troverete foto decentrate e piccole), ma l’essenza c’è tutta. Entro qualche mese prometto a me stessa di risistemare tutti i post vecchi…
Comunque. Ieri mi ha scritto Regine, la figlia di Horst Hugendubel, il misterioso signore che la scrisse nel 1965 e che io avevo trovato per caso, dopo l’acquisto del libro in un mercatino.
Regine ha trovato nel web la storia del libro, della dedica, di suo padre e così mi ha ringraziato per questo ricordo scritto e inaspettato. Mi ha promesso che nel week-end (ora è in viaggio per lavoro) mi racconterà la storia della dedica e del perché fosse tanto criptica.
Siamo rimaste d’accordo che ne scriverò anche qui per rendere pubblica e immortale una storia di malinconie e tenerezze. Sono davvero stupita ed emozionata!
Ari-baci!
Pubblicato da Zelda was a writer alle 11:22 AM 1 commenti
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Le crepe dei sorrisi
E così capita che le distanze si rincorrano come le onde del mare.
Capita, a loro come a tutte le evoluzioni dell’anima, che siano destinate a lambire la riva e a perdersi nell’intento, in un mosaico di piccole pepite di sogni, piastrelle e frammenti di vetro. Ributtiamo sassi taglienti nel mare pensando di regalar loro abissi nuovi in cui ricominciare e, piano piano, quegli stessi tasselli ritornano alla mano che li ha lanciati, complice uno sciabordio lento ma inesorabile. La piastrella tornerà alla cucina, il vetro diventerà gemma e la pepita di sogno sarà il piccolo inizio di una nuova avventura. Capita da sempre così, non c’è davvero di che preoccuparsi: c’è una perfezione del ritorno che è saggia, coerente, cromatica e inesorabile.
Capita che la corsa verso quello che amiamo ci sfugga nella tensione o che diventi altro ma capita anche che questo non ci limiti nell’estensione.
Mi sono svegliata nel pieno di un tangibile tormento da percorso.
Ce la farò? Sono nella direzione giusta? Questo eterno controviale del mio procedere avrà spazi di percorrenza abbastanza ampi per fugaci svolte, per un gomiti fuori dal finestrino, per un accostamento non preventivato di altri veicoli?
Sono domande che tormentano i pensieri come il fischio della ventola di areazione della mia cucina. Smorzarle è da titani e rispondere da prestigiatori.
Poi però mi scopro ad aprire le braccia mio malgrado e a nuotare nell’aria. Con dedizione, tra lo stile libero e l’arruffamento della rana. E allora penso che tutto quello che conta è già qui.
Il resto è solo sistemazione: un piccolo sasso consumato che tornerà al pavimento, una scaglia di corallo pronta a riparare le crepe dei sorrisi.
Bacibellissimi!
Pubblicato da Zelda was a writer alle 10:57 AM 1 commenti
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giovedì, maggio 27, 2010
Non è sempre un male…
… se piove (dipende in massima parte da cosa ti protegge i pensieri). … se te la prendi con calma (la tua serranda abbassata potrebbe – dico potrebbe - diventare la base di partenza di nuovi disegni del destino).
… se la tua fotografia arriva a pasto consumato (è prova certa del fatto che tu abbia mangiato. E bene).
… se non ci si vede da un po’: a volte capita che il tempo che ci ha allontanato non si faccia sentire e che la Vita trascorsa nel frattempo sia il piacevolissimo modo per continuare un discorso mai interrotto.
Pubblicato da Zelda was a writer alle 11:22 PM 2 commenti
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Significativi riavvicinamenti
Ho rimesso gli stivali con l’interno di capretta finta e la cosa m’inquieta parecchio, non si ritornerà a quel periodaccio tutto nuvole e artrite, vero?
In ogni caso, continua il mio rapporto d’amore e odio con il mondo.
Dopo averlo impacchettato e avergli dichiarato guerra aperta sul pavimento della Galleria Vittorio Emanuele, ieri sera – complice un tramonto mozzafiato – mi pareva il posto migliore in cui essere al momento.
Buonissima giornata, Amici.
In qualunque continente vi troviate.
Pubblicato da Zelda was a writer alle 12:15 PM 2 commenti
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mercoledì, maggio 26, 2010
Ai miei piedi!
Ho impacchettato il mondo e ho cercato di fargli capire chi comanda…
Vi saprò dire se ha recepito il messaggio.
Bacibellissimi!
Pubblicato da Zelda was a writer alle 1:05 PM 0 commenti
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martedì, maggio 25, 2010
Rassegna stanca da novella 33enne (e 1 giorno)
Ho appena composto un sms. Non guardavo. Scrivevo e non guardavo, mi trovo costretta ad ammetterlo. Ad un distratto controllo dello schermo, ho scorto una lunga successione di Fibonacci, con capo e coda altamente numerici. Devo aver schiacciato il pulsantino sbagliato. Ma capita anche a voi di essere Fantozzi, vero?
Stasera sono un piccolo puzzle di donna che non regge più i cosiddetti stravizi da gggiovane - devo ammetterlo una buona volta, almeno a me stessa. Ripensando all’ostinata applicazione delle regole da buon festeggiamento, mi si muove tutta quella tenerezza che si riserva a chi non vince la competizione ma ci prova dal primo secondo di gara, con fede e dedizione.
Vago per la casa e rifletto me stessa in specchi pieni di occhiaie. Mi riscopro orsa – minore - alla ricerca dei miei silenzi. Dei miei ritmi. Di tutte quelle storielle che mi racconto a mezza voce, ispirate dalla ciliegia, dal cuscino e dalla tazza fumante di un tè amico.
Forse taglierò i capelli. Forse mi farò un canarino.
Ricomprerò dei fiori bellissimi, deciderò di cucinare del cous-cous per qualche amico e saltellerò caracollante, in modo del tutto infantile.
Oggi ho ricevuto un regalo, lo trovate qui.
Lo leggo e mi si forma un groppo alla gola perché non credi mai d’ispirare questo tipo di bellezza. Arrivi alla fine della giornata e nelle borse sotto i tuoi occhi si accumulano bollette, spiegazioni e qualche insensatezza. Sono fortunata, scosto la tendina e trovo la luna. Anche in cielo.
La luna è il desiderio di certi amanti silenziosi e lontani. Sono qui che mi chiedo quanta pace risieda negli abbracci delle leggende, quanto di quel rispetto che pretendiamo per le nostre ore alberghi nelle cose del già destinato…
Alzo il volume della mia musica interiore e un astro mi sfiora la mente: ambire alla novella non ci renderà finzioni, ma farà di noi dei piccolissimi tentativi di eterno, piccole costellazioni di baci e delizie.
Buona notte a Tutti, domani sarà migliore.
Io e Zelda lo sappiamo.
Pubblicato da Zelda was a writer alle 10:10 PM 2 commenti
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